Per scrivere questo post mi sono chiesta da che punto di vista avrei voluto guardare l’argomento.
Difficile sia a dirsi che a farsi.
Ci provo.
Da una parte, ci sono gli asessuati i quali vengono “inseriti” (passatemi il termine) all’interno degli orientamenti sessuali dalla maggior parte dei sessuologi. L’asessualità è caratterizzata dall’assenza di desiderio o dal mancato interesse nei confronti del sesso, anche se non è necessaria per tutti l’astensione dall’attività sessuale, ne tantomeno, dalle relazioni affettive. Non vi è inibizione nei confronti del sesso, Personaggi famosi, come Sherlock Holmes, Newton e Kant, sono spesso descritti come asessuati.
Sul versante dei disturbi troviamo, invece, il Disturbo da Avversione Sessuale, indicato con l’acronimo DAS, definito come una persistente o ricorrente avversione verso la sfera intima ed evitamento di tutti i contatti genitali con un partner sessuale. Per esserci una “diagnosi”, a questo punto bisogna sommare anche il disagio relazionale e interpersonale persistente riportato dalla persona. Si prova disgusto nei confronti di qualsiasi approccio.
Spesso chi ne soffre non ne parla con nessuno ed è per questo che i dati sull’incidenza sono pochi e frammentari.
Quali possono essere le cause?
- L’associazione tra lo stimolo sessuale e uno stimolo doloroso/pericoloso tale per cui la persona cerca di evitare un dolore/pericolo attraverso l’evitamento di qualsiasi contatto sessuale.
- Esperienze sessuali traumatiche, come abusi o violenze.
- Paura di un’eventuale gravidanza indesiderata.
- Educazione familiare rigida, sessuofobica.
- Depressione o altre patologie correlate
- False credenze sul sesso e la sessualità.
- Conflitti edipici non risolti.
Pare che l’1% della popolazione sia asessuato e che non si possa fare una stima dei DAS data la riluttanza delle persone che ne soffrono a parlarne, ma che sia piuttosto frequente.