Persone altamente sensibili

Articolo a cura della dott.ssa Micol Agradi

PERSONE ALTAMENTE SENSIBILI: CHI SONO davvero?

Persone altamente sensibili.

In questo articolo desidererei parlare a te che vivi le cose intensamente, che hai bisogno di leggere il mondo in profondità, che senti le sfumature della vita addosso e che vivi gli altri, i tuoi pensieri e le tue emozioni in maniera amplificata. Vorrei parlare a te che sai di essere una persona sensibile (probabilmente te lo sarai anche sentito dire più volte) ma che, in fondo, non hai mai saputo esattamente cosa questo volesse dire e cosa ne avresti potuto fare. Probabilmente, sempre per la forte sensibilità, ti sei concentrato solo sugli aspetti faticosi e negativi di questa natura, senza concederti la possibilità di guardarne le risorse.

Sono qui nella speranza di aiutarti a scoprirle assieme e, prima ancora, di rispecchiarti, cercando di farti sentire riconosciuto per quello che sei. Proviamoci.

Micol

persone altamente sensibili

Come ci definiscono gli altri?

Per capire chi siamo dobbiamo innanzitutto capire chi non siamo. Uso “siamo” perché, dopo una vita spesa a cercare di capire che significato avesse il mio modo di funzionare e come potesse essere espresso, posso dirmi una Persona Altamente Sensibile. Una persona che da anni ha a bada il mio benessere un giorno mi ha detto “Micol, tutto questo non ha niente di patologico e, quindi, non ha diagnosi. Piuttosto, ha a che fare con la finezza e la ricettività delle tue ‘antenne della sensibilità’, sempre sintonizzate sul captare ogni sfumatura e dettaglio della realtà, anche senza volerlo. “Questa sei tu e non c’è niente di male”. Naturalmente avrei voluto che qualcuno me lo dicesse prima, magari da bambina, ma meglio tardi che mai.

Spesso le Persone Altamente Sensibili vengono confuse con altro (e questo è un peccato, come scoprirai nelle prossime righe). Di solito, gli epiteti fuorvianti con cui ci derubricano sono:

  • “Sei troppo sensibile! Non ti si può dire/fare niente”
  • “Come sei emotiva tu! Ti emozioni per tutto”
  • “Ti prendi le cose troppo a cuore… Forse dovresti rinforzarti un po’”
  • “Ma non è che c’è qualcosa che non va? Magari puoi farti vedere da uno bravo…”

In queste frasi l’alta sensibilità è diventato un contenitore indifferenziato che include rispettivamente la permalosità, l’emotività, la fragilità e la malattia mentale. In sostanza, per gli altri incarniamo una debolezza un po’ romantica, un po’ bambina e un po’ zavorra, senza altro significato. Se però provassimo a vedere queste frasi da una prospettiva non giudicante e, dunque, più realistica, vedremmo che dietro queste allusioni negative si celano le risorse stesse dell’alta sensibilità.

E così la permalosità diventa responsività e delicatezza, l’emotività diviene una spiccata tendenza alla connessione con gli altri, la fragilità è capacità di penetrare nelle cose e guardarsi dentro e la malattia mentale diventa unicità del proprio sensibile funzionamento.

persona altamente sensibile

Che cosa vuol dire essere una Persona Altamente Sensibile?

Abbiamo capito chi non siamo. Allora, chi siamo? Come si sentono e come si muovono nel mondo le Persone Altamente Sensibili?

Se sei una di queste, probabilmente ti ritroverai in molte delle cose che dirò. Di solito le Persone Altamente Sensibili sono dei profondi conoscitori di se stessi, essendo molto sintonizzati sul proprio mondo interno e dovendo badare alla moltitudine di stimoli esterni ed interni che, in qualche modo, “chiedono il conto”.

Essere una Persona Altamente Sensibile significa vivere le cose in modo profondo, analitico e intenso. Secondo la psicologa Elaine Aron, prima ad aver messo luce su questo modo di funzionare, le persone con alta sensibilità avrebbero una predisposizione biologica e psicologica a percepire gli stimoli in maniera dettagliata, immediata e pregnante. Questa dotazione permette loro di essere più consapevoli dei dettagli che le circondano ma, al tempo stesso, le renderebbe più facilmente sovrastimolabili. Chi starà iniziando a sentire risonanza con queste righe sarà forse d’accordo con me: quanto siamo abituati a sentirci invasi dalle diverse sollecitazioni (una luce forte, un rumore fastidioso, una frase sgradita detta senza troppo peso, un batticuore improvviso, un pensiero negativo) e quanto sappiamo che traccia durevole queste lasciano nel nostro mondo interno?

Entriamo nel concreto. Secondo la Aron, ci sarebbero 6 principali aree in cui questa spiccata sensibilità tenderebbe a farsi sentire:

  • Percezione dei dettagli

Le Persone Altamente Sensibili percepiscono una maggiore quantità di informazioni rispetto agli altri. È come se si relazionassero ad un mondo “in alta definizione” senza un filtro che le schermi con selettività (“Tu non hai notato che…”). Per questo, hanno spesso una percezione molto più dettagliata della realtà, vedendo e sentendo le cose in anticipo e con maggior precisione (“Ho la sensazione che andrà a finire così… Me lo sento”).

  • Facilità alla sovrastimolazione

Le Persone Altamente Sensibili di solito mostrano una risposta acuta agli stimoli sensoriali come particolari rumori, luci, sensazioni tattili e sostanze. Sono le stesse persone a cui la luce solare può dare fastidio, che possono essere irritate da rumori forti, che tendono ad avere una pelle delicata e che sono particolarmente reattive alle sostanze eccitabili (es. caffeina, alcool, nicotina). Le Persone Altamente Sensibili si dicono anche molto stimolate dalle situazioni sociali, fino a percepirle come davvero stancanti. Soprattutto nelle situazioni in cui ci sono tante persone con cui interagire, possono sentirsi investite dagli sguardi, dagli scambi conversazionali e dalle sottigliezze delle comunicazioni non verbali.

  • Connessione con gli altri

Le Persone Altamente Sensibili riuscirebbero a notare e a sentire le emozioni degli altri e l’atmosfera delle situazioni in maniera molto sottile (“Non percepisci anche tu che c’è del non detto? Sento una tensione tra noi…”). Non a caso, hanno una spiccata attenzione per i bisogni e le intenzioni degli altri, riuscendo ad adottare facilmente la loro prospettiva. In altre parole, tendono ad agire sulla base dell’empatia perché in grado di sentirsi intimamente connessi col mondo interno dell’altro, con cui riescono a stabilire un contatto profondo e autentico.

  • Risposta emotiva

Vi sembrerà naturale e a tratti ovvio, ma è importante soffermarsi sulla qualità della vita emotiva delle Persone Altamente Sensibili, tanto ricca quanto sfidante. Queste, vivendo i loro sentimenti in maniera intensa e amplificata, avvertono le emozioni in maniera forte sia quando negative (possono provare forti sentimenti di rifiuto di fronte a una critica o a una battuta infelice o possono nutrire un’intensa rabbia quando subiscono o vedono un’ingiustizia) sia quando positive (ad esempio, sono profondamente toccati dall’arte o godono intensamente delle piccole gioie della vita). In entrambi i casi, vista la loro intensità e durevolezza, le emozioni degli individui altamente sensibili tendono a richiedere maggiore tempo per essere elaborate e regolate.

  • Pensiero

Le Persone Altamente Sensibili non riescono a trascurare i pensieri, i dubbi e le emozioni che gli passano per la testa. Di base, sono persone molto riflessive e introspettive che tendono a pensare a lungo, fino a incorrere in vero e proprio eccesso di pensiero. Preoccupandosi molto su cose che avvertono come significative ma che non possono controllare del tutto, spesso hanno bisogno di più tempo per concludere delle decisioni. Ciò non si tratta di una strutturale incapacità della Persona Altamente Sensibile di avere le idee chiare e di sapere quale decisione prendere, bensì della sua necessità di andare in profondità nelle cose per capirne il significato ultimo e avere certezza che queste le corrispondano.

persone altamente sensibili

Croce e delizia: quali costi e quali risorse?

A questo punto della lettura, probabilmente, ti sarai schiarito un po’ le idee. Se ti sei ritrovato nelle caratteristiche sopra descritte, potresti ora legittimamente domandarti “E ora? Che me ne faccio? Quando arriva la parte positiva?”. Ti ho promesso che ti avrei accompagnato alla scoperta delle risorse preziose che si celano dietro questa alta sensibilità. Tuttavia, questo non vuol dire che ti aiuterò ad essere cieco o forzatamente ottimista: essere una Persona Altamente Sensibile è davvero impegnativo, e questo ha i suoi pro e i suoi contro.

Essere costantemente consapevoli degli stimoli e dei dettagli del contesto richiede una quota di energia e uno stato di iperattivazione davvero notevole. Non è un caso che spesso le Persone Altamente Sensibili lamentino stress, stanchezza e bassi livelli di energia: sono organismi biologici e psicologi più facilmente affaticabili e più difficilmente rilassabili. Svolgere il proprio lavoro in maniera minuziosa e dedicata e tornare a casa la sera, sentendosi “esauriti” e avvertendo la necessità di ricaricare le proprie batterie, non è facile. A livello cognitivo può capitare che questa sovrastimolazione venga sfogata in momenti di distrazione (più o meno voluti) o di vera e propria confusione mentale, durante i quali lasciarsi sopraffare dalle proprie emozioni e sensazioni senza cercare di tenerne il controllo. A livello emotivo, questo può tradursi in una maggiore irritabilità e, al contempo, in una significativa diminuzione della propria autostima. Se non comprese dagli altri, le Persone Altamente Sensibili possono sentirsi in difetto, fragili, diverse… difettose. Soprattutto alla luce delle etichette altrui di cui abbiamo parlato sopra, non è facile essere una Persona Altamente Sensibile in un mondo che corre, che economizza, che risparmia, che semplifica. Noi abbiamo bisogno di andare nel dettaglio delle cose e questo, inevitabilmente, richiede più tempo di familiarizzazione e adattamento (attenzione: non di apprendimento, perché non partiamo dal presupposto che siamo inefficaci o incompetenti a causa della nostra natura!).

Relazionarsi al mondo in modo molto sensibile porta con sé anche delle importantissime risorse. Innanzitutto, questa natura ci consente di avere una maggiore reattività ai segnali che provengono dall’ambiente e dunque, in termini evoluzionistici e un po’ primitivi, un più facile e veloce accesso alle risorse (che non guasta mai). Dal punto di vista cognitivo, avere più materiale a cui attingere per dare significato a quello che viviamo ci permette di avere un allenato e raffinato pensiero associativo e, con esso, una spiccata capacità di collegamento, integrazione e sintesi (prima, però, dateci il tempo di analizzare tutte le informazioni che abbiamo captato…). Non di rado le Persone Altamente Sensibili sono particolarmente creative: tendono a muoversi in maniera dialettica fra i propri pensieri e a generare forme espressive e comunicative che sviluppano qualcosa di nuovo. Riuscendo ad entrare in contatto con la profondità delle cose e degli altri, sono persone con un ricco mondo interiore, che possono mettere a frutto attraverso una vena più artistica o, ad esempio, più relazionale. Vista la loro capacità di empatizzare con il mondo interno dell’altro, sono estremamente bravi nell’ascolto attivo e partecipe, tramite il quale poter essere di comprensione e di supporto all’altro. Non c’è un modo univoco attraverso cui le Persone Altamente Sensibili nutrono questa loro natura: ognuno ha il suo (io, ad esempio, ne ho fatto il mio lavoro, ma ci sono tanti altri modi).

Abbiamo chiari i limiti e i vantaggi.

Ma cosa ne pensano le Persone Altamente Sensibili della loro stessa sensibilità?

Spesso il vissuto che riportano è di tipo conflittuale: se da un lato vedono la loro sensibilità come una sorta di benedizione, in quanto vissuta come un “dono” che le differenzia dal resto del mondo, dall’altro possono percepire questa natura come un fardello, perché l’intera esistenza diventa qualcosa di molto stimolante.

Come mediare fra queste due letture?

Destinazione: auto-accettazione

Riconoscere le risorse dell’alta sensibilità non basta a se stesso. Come ti ho anticipato prima, il mio obiettivo non è quello di aiutarti a riconoscerti in un’etichetta “più sana” che spazzi via, un po’ di comodo, i lati negativi di questa medaglia. Allo stesso modo, non è mio scopo quello di invitarti ad accettarti così come sei fatto, solo se questa benedetta e maledetta sensibilità può essere messa a frutto in qualcosa in cui “è utile” (del tipo “Mi va bene essere sensibile solo se questo mi porta a qualcosa di buono!”).

La mia missione è quella di accompagnarti in un viaggio alla scoperta di chi sei, con gli strumenti che conosci meglio: ascolto e comprensione di ogni tua parte, di ogni tua sfumatura, dei dettagli di cui hai bada… fino a vederne l’insieme. Solo una volta che avremo visto l’insieme potremo fare quello che la nostra alta sensibilità ci chiede davvero: non ignorarla, non minimizzarla, non limarla ma ascoltarla e, soprattutto, accettarla. È più facile a dirsi che a farsi e, di primo acchito, non ti biasimo se queste possono sembrarti parole vacue. Prima di sentirti deluso, però, datti la possibilità di fare quello che sei già bravissimo a fare: sostare su queste parole, se hanno risuonato con qualche tua corda interiore, e provare ad andare oltre, dando fiducia al tuo bisogno di autenticità e alle tue sensibilissime antenne.

Io sono qui e sarei molto contenta di camminare insieme a te. Il sentiero lo costruiamo insieme, con i tuoi tempi.

Se vuoi approfondire chi sono puoi farlo a questa pagina.

Micol

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simona muzzetta
Simona Muzzetta

Psicologa e Psicoterapeuta
Sono diventata psicologa per lenire le ferite di coloro che da bambini non hanno avuto protezione. L'ho fatto, e lo faccio ancora, prima sulle mie di ferite perché credo che il nostro bambino interiore non dovrà mai più sentirsi solo.

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