Lo psicologo e’ un content creator?

lo psicologo e’ un content creator?

Lo psicologo è un content creator? Vediamo insieme chi è un content creator e perché anche noi psicologi, forse, lo siamo.

Qualche giorno fa, in uno dei box anonimi che ogni tanto lascio nelle mie storie su Instagram, mi è arrivata questa risposta.

“Non sono un content creator ma un clinico. Non trovo giusto dover perdere tempo a fare altro, ma vedo che ormai la strada è questa”.

Io sono sempre grata per gli spunti di riflessione che mi vengono inviati durante il lancio di questi box perché il mio obiettivo, quando sto sui social, è rendere lo psicologo più vicino ai cambiamenti che le persone vivono in modo da potersi adattare a questi cambiamenti senza snaturarsi. Al tempo stesso, se riesco nella mia missione, allora il mondo sarà un posto abitato anche da psicologi felici.


DISCLAIMER: Se tu che stai leggendo non sei un collega, ma magari sei un paziente/cliente o vorresti diventarlo, sappi che mi sto prendendo cura anche di te scrivendo questo articolo. Spesso infatti i colleghi, non solo quelli giovani, non hanno (ancora) acquisito alcune competenze imprenditoriali e non riescono a legittimare il loro lavoro, le loro competenze. Per questo motivo, ad esempio, potresti preferire un collega con una tariffa più bassa che però sta combattendo per tenere aperta la sua attività.

Tariffe calmierate, servizi pubblici esistono e funzionano molto bene. Se non puoi permetterti un collega in libera professione, ci sono molte strade alternative, ma la strada che non si può percorrere, per il bene di entrambi, è la logica dello sconto o, ancor peggio, della prestazione senza fattura.

La mia missione è sostenere i colleghi psicologi nella costruzione della loro attività…imprenditoriale.


So cosa stai pensando, è vero, lo psicologo non è un content creator, è uno psicologo e lavora con le persone.

Lo psicologo però trasmette la sua disponibilità ad aiutare l’altro attraverso delle azioni comunicative, corretto no? Vediamo allora insieme chi è il content creator, cosa fa e quali valori muovono il suo lavoro. Chiaro è che, come in tutte le professioni, qui mi riferisco solo a quei professionisti che lavorano in maniera etica per se stessi e per l’altro.

lo psicologo è un content creator?

CHI E’ IL CONTENT CREATOR?

Iniziamo con una, breve, descrizione di chi è il content creator, di cosa fa, di come lo fa e perché.

Il content creator è un professionista della comunicazione, nello specifico si parla di digital content creator riferendosi a quella figura che crea contenuti digitali.

E’ un professionista su larga scala in quanto, oltre a scrivere contenuti che possano essere pubblicati su siti, blog o social, il suo operato si fonda su una serie di conoscenze, tra le quali:

  • Conoscenza delle regole di comunicazione
  • Competenze nello storytelling
  • Conoscenza approfondita del mondo di cui scrive
  • Competenze in ambito di psicologia del marketing e psicologia sociale
  • Conoscenza del pubblico di riferimento per il quale scrive (target)
  • Creatività, capacità di innovazione, spirito di adattamento

La missione di un content creator è creare contenuti di valore, ma cosa sono i contenuti di valore? Sono quei contenuti che aggiungono qualcosa all’altro, che arricchiscono. Hanno queste qualità i contenuti utili che spiegano in maniera dettagliata un argomento specifico, quelli che motivano, i contenuti che sostengono un cambiamento attraverso la narrazione di questioni sociali, ecc..

In qualche modo il content creator è osservatore e parte attiva dell’opinione pubblica. Svolge, potremmo dire, un ruolo sociale.

lo psicologo è un content creator?

hai capito dove voglio arrivare, vero?

Lo psicologo è un content creator a tutti gli effetti, che stia, o meno, su un social.

Stare sui social non è un obbligo dello psicologo, si può creare la propria strategia imprenditoriale anche offline, ma se si sceglie di stare online lo si può fare rimanendo autentici, accogliendo le “regole” del social adeguandole ai nostri bisogni e non il contrario.

Spesso vedo colleghi usare i social senza alcuna conoscenza dello strumento, andando alla cieca, cercando di emulare chi ha studiato e continua a studiare questo mondo così complesso. Non lo fanno per bruciare le tappe, anzi sono mossi dal desiderio di esserci per l’altro, ma credono di poter imparare strada facendo e, spesso, si sentono soli e non sanno a chi chiedere aiuto.

Credo che complice sia il fatto che nessuno ci insegna come diventare liberi professionisti (sempre che sia questo ciò che desideriamo), anzi spesso ci viene detto che dovremo cavarcela da soli, che questo mondo è spietato ed è forse a partire da questi “insegnamenti” che cominciamo a guardarci intorno e ad agire per tentativi ed errori.

Ed è così che probabilmente approdiamo sui social dove veniamo bombardati da persone che ci mostrano quanto bravi siano loro e quanto semplice sia stato raggiungere quei traguardi, “guru” del marketing che promettono gli studi pieni se segui la loro formula magica (che puoi acquistare a caro prezzo), altri colleghi che come noi si barcamenano in questo mondo, ma a cui non abbiamo il coraggio di chiedere.

lo psicologo è un content creator?

Quello che i content creator sanno è che per essere dei professionisti del digitale, è necessario studiare molto, ma soprattutto hanno ben compreso l’utilità dello stare online per l’altro e per loro. Si, hai compreso bene. Stare online non è, come spesso pensiamo noi, un modo per “accaparrare” pazienti/clienti o visibilità, ma è la naturale svolta che ha preso quello che una volta era il passaparola, la rete territoriale.

La rete territoriale e il passaparola non sono spariti, anzi sono utili ancora oggi, ma non esistono solo loro. Esiste invece un duro lavoro, fatto di studi approfonditi di materie a noi sconosciute, di esposizione personale attraverso la comunicazione, di scambi tra professionisti, scrittura di testi utili e coinvolgenti in cui possa emergere la nostra missione.

Stare online non è una perdita di tempo, ma un’opportunità per noi di metterci alla prova e per l’altro di trovare esattamente colui che voleva al suo fianco.

comunicazione online come estensione del lavoro dello psicologo

A questo punto potresti trovarti in una di queste due condizioni:

  1. Ti è venuta voglia di creare contenuti
  2. Hai delle obiezioni

Nel primo caso posso ti invito a far parte di Mi prendo cura di Freud, un progetto gratuito al quale tengo moltissimo.

Puoi anche leggere il mio articolo sui modi per aumentare le tue competenze come psicologo.

Se invece vuoi seguire il mio contributo sui social, questo è il mio profilo Instagram.

Nel secondo caso, invece, ecco a te le obiezioni che io stessa mi sono fatta scrivendo questo articolo.

OBIEZIONI A CIO’ CHE HAI APPENA LETTO

Lo psicologo dovrebbe concentrarsi solo sulla pratica clinica. La pratica clinica è qualcosa che viene dopo, quando lo scambio tra la domanda e l’offerta è già avvenuto, ma come può avvenire questo scambio se non siamo dove si trovano le persone di cui ci vogliamo prendere cura? Inoltre, l’utilizzo dei social media e la creazione di contenuti possono rendere la psicologia più accessibile e contribuire ad abbattere lo stigma che circonda la salute mentale.

La creazione di contenuti potrebbe compromettere la professionalità dello psicologo. Lavorare sui social media richiede attenzione e professionalità. Possiamo mantenere alti standard etici condividendo informazioni educative, sensibilizzando e promuovendo la consapevolezza, senza compromettere la privacy dei pazienti.

Alcuni psicologi potrebbero utilizzare i social media senza una comprensione approfondita, danneggiando la professione. Per questo è fondamentale educare gli psicologi sull’uso etico dei social media, fornendo formazione e risorse.

La presenza online potrebbe portare a una competizione non salutare tra gli psicologi. Infatti, invece di competere, possiamo collaborare. Creare una comunità online di psicologi può favorire lo scambio di conoscenze, supporto reciproco e la creazione di contenuti più efficaci per il pubblico. A tal proposito di consiglio di seguire la mia amica, nonché competitors, Simona Moliterno che di colleganza ne parla e ne agisce ogni giorno.

Non tutti gli psicologi hanno il tempo o le risorse per gestire una presenza online. Non voglio dirti che basta sapersi organizzare, perché non è sufficiente e lo so sulla mia pelle, ma posso dirti che puoi provare ad inserire questa attività tra le tante che svolgiamo per la nostra professione, come i momenti per la fatturazione.

La psicologia è una scienza seria e non dovrebbe essere ridotta a contenuti per i social media. Se sei qui, spero, tu abbia una buona stima di me e del mio lavoro online che si può fare senza snaturarci, in modo serio, etico e professionale, rimanendo aderenti al codice deontologico. Attraverso i social media, possiamo tradurre il linguaggio accademico in un formato accessibile per il pubblico generale, promuovendo la consapevolezza della salute mentale e la comprensione della psicologia.

    Ho finito.

    Cosa desidero adesso?

    • Che tu senta meno la solitudine. Spero di esserti stata accanto durante questa lettura, di averti mostrato in pratica cos’é la colleganza, quella vera.
    • Che questo mondo ti sia più vicino, fattibile, non cattivo, ma pieno di opportunità per te e per le persone di cui ti vuoi prendere cura.
    • Che ti sia venuta voglia di sperimentare, perlomeno di provare a farlo.
    • Che tu senta che creare contenuti non è una perdita di tempo, ma un enorme opportunità di crescita, per te e per l’altro.

    Ciò che desidero di più è vederti spiccare il volo e affermarti in questo mondo.

    A presto

    Simona

    Se vuoi contattarmi puoi cliccare sul bottone qui di fianco.

    simona muzzetta
    Simona Muzzetta

    Psicologa e Psicoterapeuta
    Sono diventata psicologa per lenire le ferite di coloro che da bambini non hanno avuto protezione. L'ho fatto, e lo faccio ancora, prima sulle mie di ferite perché credo che il nostro bambino interiore non dovrà mai più sentirsi solo.

    Ti racconto di me