La “User Experience” per gli psicologi

Dopo la stesura dell’articolo, mi ero bloccata sul titolo. Poi ho pensato che la “User Experience” per gli psicologi potesse rendere l’idea visto che l’intero articolo parla di un viaggio attraverso la quale possiamo comprendere come viviamo noi, e di conseguenza l’utente poi, l’esperienza che fa quando atterra su uno dei nostri contenuti.

Perché troppo spesso sento una sorta di divisione tra i colleghi, chi ha tanto lavoro e deve spesso delegarlo o rifiutarlo, e chi fatica a mantenere aperta la propria Partita Iva. E l’esperienza che la persona fa all’interno del nostro brand può essere determinante in questa differenza così complessa. Allora ho pensato a tutti quegli elementi, ed esercizi, che mi hanno da sempre aiutata a rendere maggiormente efficace questa esperienza.

Ecco cosa devi sapere: in questa sezione dedicata alla colleganza ti riporto sempre la mia esperienza, il mio punto di vista, i miei studi sul campo. Il mio obiettivo è parlare semplice quindi non troverai la migliore versione di un mondo, quello del marketing in generale, che richiederebbe dei veri e propri trattati, ma una visione pratica che puoi provare a replicare anche tu.

Perché noi psicologi non siamo ancora abituati ad alcuni concetti, ma ci stiamo lavorando.

E sodo pure.

Buona lettura.

User Experience

Qualsiasi cosa decidiamo di acquistare, che sia un cardigan a righe bianche e beige o una vita senza più attacchi di panico invalidanti, le azioni che dobbiamo mettere in campo sono sempre le stesse, o quasi.

Per questo motivo ho pensato di rendere questo contenuto interattivo in modo da poter avere già uno strumento utile da poter utilizzare sin dalla fine della lettura.

Partire dalla fine: Cosa desideriamo che accada?

Sembra una strana domanda, lo so, ma se non ho un piano ben definito dei miei obiettivi, come posso raggiungerli? Allora ti chiedo di fermarti, di pensare alla tua attività professionale e di porti questa domanda:

“Cosa vuoi raggiungere?”

Forse stai pensando che vuoi vivere di sola libera professione, ma questo è un obiettivo troppo generico, mancano troppi elementi per poterlo valutare, ancor più per poterlo raggiungere. E’ come quando i pazienti al primo colloquio alla nostra domanda sul cosa li porta da noi, rispondono con un “voglio stare bene“.

Se sai cosa vuoi raggiungere, in maniera concreta e precisa – eh si, questa professione non si può improvvisare e non basta desiderare aiutare le persone a stare meglio – allora sarai già a metà dell’opera.

Se tu che stai leggendo non sei un collega, sappi che faccio divulgazione per gli psicologi proprio perché la mia missione è quella di aiutare quanti più colleghi possibili a renderti l’esperienza come “cliente” migliore, a rendere loro professionisti più appagati ed eticamente pronti ad affrontare le nuove sfide della professione.

Puoi desiderare aumentare il numero di pazienti, avere i soldi per la costruzione del sito, acquistare quella formazione che tanto ti servirebbe per migliorare il tuo bagaglio esperenziale. Qualsiasi cosa sia ciò che desideri, prendi un foglio e una penna o le note del telefono se preferisci e scrivilo.

Io volevo vivere di sola libera professione, ma è solo quando ho messo nero su bianco cosa mi serviva per raggiungere questo desiderio che ho potuto davvero realizzarlo.

E non parlo del famigerato: “Se vuoi, puoi“. Personalmente credo che non basti desiderare qualcosa e metterci tutti noi stessi per raggiungerlo, mi sembra un concetto che elimina gli imprevisti, le fatiche soggettive, le sfighe che, se sei umana come me, sai che possono accadere senza necessariamente credere che ci sia lo zampino della profezia che si auto-avvera.

Cosa significa mettere tutto nero su bianco? Mi riferisco ad un puntuale elenco di tutti gli elementi che compongono quel sogno, quell’obiettivo. Sto parlando di dividere in pezzettini piccolissimi quello che desideriamo raggiungere.

Se desidero avere più pazienti, ad esempio, dovrò indicare il numero, motivando tra l’altro il perché di quella scelta.

Solo dopo aver smembrato il desiderio/obiettivo in ogni sua parte, si può passare allo step recessivo.

Quello del COME.

Come posso raggiungere questo sogno?

E’ uno step fondamentale perché mi aiuta a rendere ancora più concreti i passi da compiere, mi fa riflettere sulle competenze che possiedo già, su ciò che mi manca per raggiungerlo e, non meno importante, mi mette di fronte alla possibilità di chiedere aiuto.

Per ricordare meglio: Come posso raggiungere questo obiettivo? Cosa possiedo già? Cosa mi manca? Chi può aiutarmi a raggiungerlo?

A me servivano dei soldi per mantenermi, da sola, a Milano.

Mi mancava completare la scuola di specializzazione.

Mi mancava un luogo fisico per le terapie.

Mi mancava parte dell’equilibrio psicofisico.

Mi mancavano i contatti con persone che potessero aiutarmi nella mia impresa: mentori, medici di base, ecc…

Come raggiungere ciascuna di queste enormi vette?

Lavoravo come dipendente, mettevo da parte ogni soldo non necessario, ho chiesto un anticipo sul TFR per pagare la scuola di psicoterapia.

Solo successivamente ho potuto dedicar­mi al resto. Ho investito sul sito web, poi sulla pubblicità, ho aspettato la chiamata del primo paziente per cercare uno spazio fisico da affittare e ho cominciato con un affitto a ore.

Non pensare che la mia vita è stato solo risparmio e deprivazione.

Realizzare un desiderio richiede una certa quota di felicità e intatti, ho concluso una relazione che non mi gratificare più, ho cominciato (di nuovo) la mia vita da “fuorisede” affittando una casa con due colleghi, ho ascoltato la mia pancia una sera d’estate che oggi si chiama 14 anni di relazione, una cagnolina, un matrimonio in stile anni 70 e una figlia treenne arrivata un giorno di maggio all’improvviso sul mio cuore. Quando ti immagini dentro quel sogno ti ci devi proprio immergere, vivilo come se fosse già appagato e poi guarda al percorso che ti ha portato a realizzarlo.

Se stai ancora leggendo, ma non hai ancora scritto nulla, smetti adesso di leggere e mettiti alla prova. Non si realizzano i desideri solo pensandoli, ma soprattutto non voglio che alla fine di questo testo, tu senta una voce che ti dice che non ce la farai mai, che è troppo difficile per te o cose del genere. Se hai bisogno di una mano, io posso capire insieme a te come aiutarti, ma prima prova a metterti in gioco, anzi a giocare proprio con i tuoi desideri.

Ora siamo pronti ad un’altra grossa riflessione.

Se per noi questo esercizio è stato difficile, figuriamoci per chi decide di intraprendere un percorso poi.

Alcuni si affideranno al parere dell’amico, parente e medico di famiglia, altri inizieranno viaggio molto simile a quello che abbiamo intrapreso noi in questo articolo.

Dovranno chiedersi cosa desiderano che accada. Ci sarà chi vorrà “guarire” dagli attacchi di panico, chi si sentirà perso per gli innumerevoli fallimenti subiti, chi vorrà conoscersi meglio.

Come potranno raggiungere i loro obiettivi?

Dovranno cominciare una ricerca, una ricerca ben chiara che suonerà più o meno così.

  • Guarire dagli attacchi di panico.
  • Come si supera un fallimento?
  • Conoscere gli aspetti della propria personalità

Oppure ancora:

  • Sintomi e Rimedi per attacchi di panico
  • Migliorare la propria autostima
  • Capire chi sono, come sono fatto.

Potrei proseguire all’infinito, ma in realtà ciò che vorrei dire è molto semplice:

dentro ognuna di queste frasi tu o ci sei o non ci sei

Se ci sei, allora sarà più probabile che anche i tuoi sogni si avvereranno.

Se non ci sei, allora dovrai chiederti davvero cosa desideri che accada nella tua vita professionale.

In fondo non è uno scambio quello che si verifica nel Nostro lavoro?

Altro aspetto che va tenuto in considerazione e che, devo ammettere, fa faticare anche me è il TEMPO

In quanto tempo posso raggiungere il mio desiderio?

Se la tua frase per eccellenza è: “comincio lunedì” probabilmente quel lunedì non arriverà in tempi brevi.

Ma se quel lunedì è domani, allora sei a un passo dal conquistare la tua stella.

  • Quando aprirai il tuo canale social?
  • Quando cominciai la bozza di quel libro che hai in mente?
  • Quando metterai mano al tuo sito?

E così farà la persona davanti alla ricerca di Google, dovrà cominciare a digitare.

E ricordati che:

fatto è meglio che perfetto

C’è chi raggiungerà quel sogno senza sudare nemmeno una camicia e chi andrà in giro con le macchie di latte del proprio bambino. Non è questo l’arrivo, questo è il viaggio, e il viaggio è un’esperienza di vita.

Non da ultimo, va valutata la possibilità che qualcuno o qualcosa possa essere delegata a qualcuno che sa farla meglio di noi. Siti homemade o siti professionali, post su Facebook sviluppati su Canva per piacere ai nostri occhi o identità visiva creata ad hoc sulla base del nostro target e dei nostri valori, sono solo alcuni degli esempi che posso fare.

Punti chiave da ricordare:

La User Experience è l’esperienza che la persona che ci contatta fa all’interno del canale che abbiamo deciso di utilizzare per il nostro business. Può trattarsi del risponditore automatico di WhatsApp, del modulo Contatti del nostro sito o della prima telefonata con noi, se non è stata pianificata potrebbe interrompersi il viaggio alla prima curva.

Possiamo migliorare questo percorso se abbiamo lavorato su alcuni principi fondamentali del nostro business che oggi riassumiamo così:

Che cosa desideri che accada?

Che cosa desidera che accada la persona che vorresti ti contattasse?

Come posso raggiungere ciò che voglio realizzare?

Come può raggiungere ciò che desidera la persona che vorresti ti contattasse?

In quanto tempo posso raggiungere il mio desiderio?

In quanto tempo la persona che vorresti ti contattasse può riuscire a trovarti?

C’è qualcuno o qualcosa che può aiutarti?

C’è qualcuno o qualcosa che può aiutare la persona che vorresti ti contattasse?

Ecco, concludo con un esercizio che a me aiuta moltissimo. Prova ad entrare su Google da una finestra in incognito. Digita le parole come se tu fossi la persona che vorresti ti contattasse. Se ti trovi nella ricerca, prova a vedere se il percorso per arrivare al contatto è lineare o se, invece, è avvero tortuoso. Annota eventuali cambiamenti che puoi apportare oggi stesso. Poi chiedi a qualcuno che ti conosce poco di cercarti su internet, prima con il nome e il cognome e poi con le caratteristiche per le quali tu credi di essere trovata e chiedile alla fine di darti un feedback. La consegna in questo caso è: “Prova a metterti in contatto con me per fissare un colloquio e dimmi come ti sei trovata durante l’intero viaggio“.

Com’è andata?

A presto

Simona

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