i nonni in adozione

I nonni in adozione

Dei nonni in adozione si parla sempre troppo poco e forse si parla ancora troppo poco di adozione in generale. In questo articolo alcune riflessioni, professionali e personali, sul ruolo, le complessità e i possibili sostegni ai nonni adottivi e ai loro figli.

I nonni in adozione

Sono un figlio biologico con entrambi i genitori viventi. Mia figlia è una figlia adottiva con due genitori e 3 nonni. Non avevo compreso l’importanza del ruolo dei nonni fino a quando non siamo diventati una famiglia adottiva. Da quel momento ho cominciato ad esplorare la complessità di questo tema sia dentro la mia famiglia che fuori.

I nonni in adozione

Quello dei nonni a mio avviso è un argomento scottante perché la narrazione che spesso viene fatta è di una coppia (quando entrambi viventi) che accolgono amabilmente un bambino amandolo dal primo istantecome se” ci fosse un legame di sangue che, invece, non c’è e non ci sarà mai.

Poco o nulla viene detto di tutti gli altri protagonisti di questa vicenda che modificherà il corso di tante vite.

Tutto parte da una richiesta che i futuri genitori devono fare ai propri genitori, una richiesta che nessun altro figlio deve fare al proprio genitore: dare il consenso a far partire le pratiche adottive. In poche parole dobbiamo chiedere ai nostri genitori di darci il consenso a diventare genitori.

Perché serve l’assenso dei genitori per poter adottare?

L’articolo 27 della Legge n°149 del 28 marzo 2001 afferma:

Art. 27. – Per effetto dell’adozione l’adottato acquista lo stato di figlio legittimo degli adottanti, dei quali assume e trasmette il cognome.

L’adozione, però, non è sempre la scelta che i genitori avrebbero fatto per i propri figli e sulla quale però non hanno molta voce in capitolo eppure hanno il potere di decidere del futuro di quel percorso. Che ambivalenza quella in cui si trovano ad agire tutti i partecipanti di questo – non ancora intrapreso – viaggio, eh?

Infatti la legge italiana (questo il testo integrale) prevede che, se viventi, i genitori scelgano di apporre il loro benestare (o il loro veto) all’avvio della pratica adottiva.

Di per sé il mancato consenso dei “nonni” non preclude la possibilità di avviare il percorso di disponibilità all’adozione, ma richiederà di certo da parte della coppia e dei servizi un approfondimento sulle dinamiche familiari in atto in virtù del dovere dei servizi di accertare l’ambiente a cui verrà affidato il bambino.

Ricordiamoci sempre che

L’adozione non da un bambino ad una famiglia, ma una famiglia ad un bambino.

Questo significa, e sempre più dobbiamo sentire, che l’adozione è un percorso familiare e non sono genitoriale in senso stretto. Al bambino adottato va garantito di entrare all’interno di una famiglia consapevole che sappia coniugare il ruolo che assume con la storia che porta con sé l’adozione.

I futuri nonni, che sono prima di tutto genitori, vengono investiti di un potere e di una responsabilità enormi, ma poco vengono supportati nelle varie fasi di questo percorso. E’ vero, esistono dei percorsi adeguatamente costruiti per accompagnare gli aspiranti nonni adottivi verso questo ruolo, ma – per così dire – a cose fatte, quando i loro figli hanno già attraversato l’inferno dell’infertilità più o meno diagnosticata, quando hanno dovuto magari affrontare aborti, frasi scomode dette “a fin di bene” e loro stessi hanno dovuto, magari da soli e con gli strumenti in loro possesso, dovuto affrontare il pensiero di non poter mai diventare nonni.

I nonni in adozione

I nonni adottivi sono i custodi della storia della famiglia, ma devono anche essere tra gli attori principali della narrazione di quella storia. Hanno il compito di raccontare chi sono i genitori del bambino, cosa piaceva loro fare e perché e devono fungere da raccordo tra le generazioni.

Devono poter rispondere a domande come queste:

  • Nonna a chi somiglio io?
  • Nonno io ho i capelli come papà?
  • Nonni mi volete bene?
  • Nonna quando mi aspettavate cosa avete fatto?

Saranno probabilmente coloro che dovranno confermare le risposte date dai genitori, risposte che dovranno essere condivise per poter garantire verità, continuità, cura, senso di protezione e appartenenza.

I nonni adottivi saranno coloro sulle quali verrà riposta la memoria della famiglia prima dell’arrivo del bambino, sono il collegamento tra il passato, il presente e il futuro , trasmettono tradizioni, significati condivisi.

Sono un fattore di protezione per il bambino e per la famiglia, ma possono essere anche uno dei fattori di rischio come vedremo tra poco.

I nonni adottivi si trovano spesso anche a dover rispondere al mondo esterno, con domande che non sono semplici per nessuno:

  • Da dove arriva?
  • Ma vi chiama nonni?
  • Lo hanno potuto scegliere?
  • E’ costato tanto?
  • Chi sono i suoi veri genitori?
I nonni in adozione

I nonni in adozione: un fattore di protezione, ma anche di rischio

Si, sono la memoria della famiglia, i nonni adottivi possono essere però anche un fattore di rischio per il bambino adottivo e per i legami familiari.

Ti ho già parlato in questo articolo dell’importanza di chiudere i cerchi aperti della propria vita come figlio, lo stesso “lavoro” andrebbe fatto anche dai nonni adottivi attraverso un percorso di cura di se stessi e del proprio – fondamentale – ruolo.

Quanto, infatti, soli possano sentirsi quei genitori che, mentre vivono la gioia di essere diventati genitori, devono affrontare il rifiuto più o meno evidente dei propri genitori o della famiglia intera o di una parte di essa. Di quei genitori che, mentre trovano il loro ruolo all’interno del nuovo assetto familiare, sentono emergere i cerchi aperti delle generazioni passate o devono vivere situazioni di emarginazione o differenze di trattamento tra figli e nipoti.

Quali possibili consigli per i nonni adottivi?

Un piccolo (e non esaustivo) vademecum:

  1. Percorso pre-adottivo. Se siete gli aspiranti genitori adottivi, informate i vostri genitori, chiedete loro di partecipare a degli incontri specifici sulla tematica, proponete loro di cominciare un percorso anche individuale per prepararsi a questo viaggio.
  2. Leggere, informarsi, rimanere attori attivi e partecipi. Se siete aspiranti nonni adottivi, siate attivi come lo sareste nella ricerca della tutina per il vostro nipotino in arrivo. Scegliete i tessuti più caldi e naturali per accoglierlo, create copertine ai ferri prendendovi cura di voi e del viaggio che intraprenderete quando arriverà vostro nipote.
  3. Prendere confidenza con il tema e i suoi possibili sviluppi. Mettetevi in contatto con altri aspiranti genitori/nonni adottivi, incontratevi e fate domande senza sentirvi giudicati perché una domanda in più vale più di una domanda in meno.
  4. Chiedere sostegno. Ci sono delle figure preposte per accompagnarvi lungo un viaggio che vi porterà verso vostro figlio/nipote, lasciatevi sostenere per non sentire solo il peso sulle vostre spalle, ma anche per rendere queste spalle toniche prima di poter tenere in braccio colui che arriverà e vi chiamerà mamma, papà, nonno, nonna.
  5. Darsi il permesso di sbagliare e di riprovarci. Siete una squadra, agite come tali. Non fate le cose senza pensarci, ma non pensateci a tal punto di bloccarvi. Condividete con i vostri figli/genitori le vostre preoccupazioni, paure, ma anche scoperte, intuizioni. Provate, insieme, e se sbagliate, riprovate e andate avanti.
  6. Co-costruire un senso di appartenenza, fungere da radici sulle quali si attaccano nuove piante. Nonni, sarete le radici su cui nuove piante, con proprie radici, si aggrapperanno per crescere. Siate solidi, aiutate a germogliare quando l’inverno sarà finito e fatelo alla fine di ogni inverno.
  7. Collaborare con i genitori nella costruzione di nuovi significati. Chi siete da adesso in poi? Chi è questo bambino che vi chiederà di affrontare le paure di un abbandono fidandosi di voi perché è questo che una famiglia fa? Costruite insieme la storia, la nuova storia di chi non poteva e adesso può, di chi si sentiva perso e adesso non è più solo. E vale per lui, ma anche per voi.
  8. Prepararsi alle domande del mondo esterno. Affrontare il mondo per lui sarà più “semplice” se avrà voi come faro, modello da cui trarre ispirazione per le proprie, future, risposte. Ascoltate le domande, comprendete il contesto, rispondete aumentando la cultura adottiva.
  9. Chiedere conferme, dare conferme, costruire conferme. Siate, ancora una volta, una squadra. Chiedete conferme se ne avete bisogno, date conferme ai vostri figli/nipoti, costruite nuove conferme nei momenti di buio e paura. I fantasmi esistono, ma io sono con te.
  10. Viversi l’esperienza. Goditi questa esperienza come lo fanno coloro che sanno godere di un’esperienza. Respira, ascolta, accogli, fermati e poi agisci se serve.
I nonni in adozione

In chiusura qualche consiglio di lettura (link affiliati):

Grazie di aver letto fino alla fine, spero di averti dato qualche spunto di riflessione e scrivimi se senti che possa esserti d’aiuto.

Simona

La questione è davvero complessa, intricata di simboli e significati. I futuri nonni a cui è stato chiesto di apporre una crocetta sul consenso all’avviamento delle pratiche adottive non sono dei meri esecutori del futuro dei propri figli, ma andrebbero accompagnati nell’ascolto delle loro storie, delle loro paure e fragilità, andrebbero supportati durante le prime settimane dopo l’arrivo del bambino e nei complessi mesi successivi quelli in cui, ad ogni sguardo, ad ogni gesto, emerge la diversità, la nuova storia che si sta costruendo insieme, le difficili domande esterne, il vissuto del bambino e la sua personale storia di abbandono.

Se vuoi approfondire il tema della valutazione ti consiglio questo articolo.

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simona muzzetta
Simona Muzzetta

Psicologa e Psicoterapeuta
Sono diventata psicologa per lenire le ferite di coloro che da bambini non hanno avuto protezione. L'ho fatto, e lo faccio ancora, prima sulle mie di ferite perché credo che il nostro bambino interiore non dovrà mai più sentirsi solo.

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