Come creare un Piano Editoriale Social (PES) etico e autentico: guida pratica e gentile per psicologi.

Comunicare online, se sei una psicologa, può sembrare un salto nel vuoto.
Paura di esporsi, timore di sembrare troppo commerciale, incertezza su cosa si può o non si può dire…
Eppure, una parte di te sente che avere una presenza online può essere utile.
Per farti conoscere, certo. Ma anche per essere trovata dalle persone giuste. Per condividere riflessioni, per coltivare un pensiero psicologico nella comunità.
❗ Questo articolo non vuole insegnarti a vendere, ma ad abitare i social con consapevolezza.
Troverai spunti pratici, esempi concreti, indicazioni deontologiche e soprattutto una guida gentile, che rispetta il tuo modo di lavorare.
In questo articolo imparerai:
- Cosa serve davvero per costruire un Piano Editoriale Social (PES);
- Perché può essere utile per una psicologa comunicare online;
- Come iniziare a scrivere contenuti coerenti con la tua identità e con il Codice Deontologico;
- Idee di rubriche “etiche” già pronte da usare;
- Come evitare l’effetto vetrina e restare professionale, ma umana.

Perché può essere utile essere presenti online come psicologhe
Essere online non significa mettersi in vetrina, né tantomeno forzare contenuti o mostrarsi come “influencer”.
Significa:
- Aiutare le persone a capire meglio cosa fa una psicologa (educazione psicologica);
- Contrastare la disinformazione, che online è diffusissima;
- Rendere visibile un approccio professionale, delicato, non giudicante;
- Creare un ponte tra studio e comunità.
Avere un PES ti aiuta a non improvvisare, a usare i social come uno spazio di presenza e non come un obbligo.
Prima ancora di scrivere il tuo piano editoriale: chiarisci il tuo perché
Non si inizia da un foglio Excel.
Si inizia dal senso.
Chiediti:
Perché voglio esserci su Instagram (o su un altro social)?
Le risposte possono essere diverse, tutte legittime:
- Divulgare concetti psicologici in modo accessibile;
- Farsi conoscere da potenziali pazienti o colleghi con cui collaborare;
- Condividere il proprio approccio e i propri valori;
- Creare una community attorno a un tema (per esempio, psicologia per genitori, psicologia del ciclo di vita, trauma, neurodivergenze, ecc.);
- Essere riconoscibile come professionista, senza urlare.
Definire lo scopo ti aiuterà a capire cosa pubblicare, come e perché.
Le 3 domande chiave per iniziare a scrivere il tuo piano editoriale (con esempi)
Chi voglio aiutare davvero?
Non “tutti”. Immagina una persona specifica.
Esempio: una mamma single che cerca uno spazio per sé, un’insegnante stressata, una giovane psicologa che si sente bloccata.
Cosa desidero che si capisca del mio lavoro?
Esempio: che lavoro sul trauma con delicatezza; che aiuto a ricostruire fiducia nel legame; che lo studio è uno spazio non giudicante.
Cosa mi sentirei a mio agio a condividere?
Esempio: riflessioni personali (senza dettagli privati), un libro che consiglio spesso, ciò che mi ha commossa in una giornata di lavoro.
10 rubriche possibili (e deontologicamente corrette)
Ecco 10 rubriche che puoi usare nel tuo Piano Editoriale Social (PES), tutte coerenti con il Codice Deontologico, con riferimento agli articoli specifici:
- Parole della psicologia
Spiega parole-chiave del tuo lavoro.
→ Art. 40: informazione chiara, non ambigua. - Domande frequenti
Riformula le domande che ricevi più spesso, senza offrire diagnosi.
→ Art. 42: nessuna proposta terapeutica online. - Miti da sfatare
Aiuta a distinguere ciò che è psicologia da ciò che è pseudoscienza.
→ Art. 4: tutela della dignità della professione. - Scene da studio (senza pazienti)
Racconta momenti del tuo lavoro: ciò che ti muove, ti fa riflettere.
→ Art. 12: tutela della riservatezza. - Un libro, un film, una serie
Usa riferimenti culturali per parlare di psicologia indirettamente.
→ Art. 39: promozione della cultura psicologica. - Dietro le quinte
Racconta il tuo percorso di formazione o aggiornamento.
→ Art. 33: trasparenza, autenticità. - Emozioni del mestiere
Quali emozioni provi nel tuo lavoro? Umanità e delicatezza.
→ Art. 3: responsabilità, rispetto. - Psicologia e società
Collega ciò che accade nel mondo a riflessioni psicologiche.
→ Art. 5: ruolo sociale dello psicologo. - Una frase, una riflessione
Parti da una citazione e offrila come spunto di pensiero.
→ Art. 40: contenuto informativo, non suggestivo. - Dentro il mio perché
Racconta perché hai scelto di fare questo mestiere.
→ Art. 3 e 4: verità, autenticità, coerenza.

Checklist etica per ogni contenuto del tuo piano editoriale
- Sto parlando in modo informativo, non promozionale?
- Evito riferimenti a casi clinici reali o riconoscibili?
- Uso un linguaggio rispettoso, accessibile e non sensazionalistico?
- Mi sento a mio agio nel pubblicare questo contenuto?
- Rispecchia il mio modo di lavorare e i miei valori?
- Evita diagnosi, interpretazioni o promesse di risultati?
Conclusioni (con una spinta gentile)
Creare un Piano Editoriale Social non è una forzatura.
È un modo per fare chiarezza su come vuoi esserci, su cosa vuoi dire, e su chi vuoi accompagnare.
È una forma di cura – anche verso di te.
Ricorda: non serve pubblicare ogni giorno.
Serve esserci con senso, con rispetto, con intenzione.
E soprattutto: puoi cambiare idea. Puoi fare tentativi. Puoi iniziare da poco.
Se sei arrivata fin qui, sappi che stai già facendo un passo importante.
Cosa puoi fare ora? Puoi approfondire questo argomento ascoltando una masterclass interamente gratuita che ho creato per tutti i colleghi, Si chiama “Metodo calmo per creare contenuti“. Puoi iscriverti all’area riservata dove trovia ltre risorse gratuite pensate per i colleghi e puoi seguirmi sul mio profilo Instagram.
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