C’è una netta differenza tra sapere di poter fare una cosa e fare quella cosa.
Oggi si conclude la settimana della promozione dell’allattamento al seno e pochi, quasi nessuno, racconta che questo è possibile anche per una mamma adottiva.
Come spesso accade in questo “mondo” (adottivo) il genitore (la genitorialità, compreso l’allattamento, non è solo al femminile) può sentirsi solo e anche giudicato.
Così può accadere che le madri che vorrebbero sperimentare questa esperienza, se la neghino o non ne siano nemmeno a conoscenza, ovvero non ne abbiano mai sentito parlare da nessuno.
Allattare al seno se hai adottato è possibile
Di allattamento al seno per le mamme adottive si può, e si deve, parlare perché è una possibilità che, se lo si desidera, può essere vissuta.
Partiamo intanto da un assunto di base che ci viene raccontato da sempre: l’allattamento al seno è un passaggio fondamentale perché permette alla neo mamma di instaurare un primo e profondo legame con il suo bambino.
La mamma adottiva però non partorisce il bambino e non ha la possibilità di creare questo primo legame diretto con esso sin dal primo momento.
A volte può però essere scelta, insieme al proprio compagno, per diventare la mamma di un neonato che non ha mai sperimentato l’allattamento al seno e viene nutrito con latte formulato.
Ma è così vero che per produrre latte sia necessaria una gravidanza?
Il latte è prodotto dalle ghiandole mammarie che sottostanno alla produzione di alcuni ormoni che ne regolano la produzione e la fuoriuscita.
E’ però la frequente stimolazione del capezzolo da parte del bambino il promotore della produzione del latte materno. Il bambino, infatti, succhiando aumenta la produzione degli ormoni che permettono appunto la produzione e la fuoriuscita del latte (prolattina e ossitocina).
Proprio la prolattina, che stimola le cellule presenti nelle ghiandole mammarie a produrre latte, dipende quasi esclusivamente dal riflesso di suzione.
D’altro canto l’ossitocina, che è promotore delle contrazioni uterine, attiva la contrazione delle cellule intorno agli alveoli e questo favorisce la fuoriuscita del latte.
Senza un’adeguata stimolazione del capezzolo, anche una donna che ha portato a termine una gravidanza non riuscirebbe a produrre latte.
Come si allatta al seno senza aver partorito?
Una delle “tecniche” utilizzate per indurre la produzione del latte in assenza di gravidanza prevedono proprio la stimolazione dei capezzoli attraverso la suzione da parte del bambino oppure attraverso la spremitura manuale o con l’aiuto del tiralatte.
In alternativa, è possibile ricorrere all’utilizzo dei DAS (dispositivo di allattamento supplementare).
Il DAS è costituito da un contenitore, riempito con latte formulato, e da due tubicini fissati ai capezzoli.
La funzione di questo semplice strumento è duplice:
- Vengono stimolati i capezzoli
- Il bambino viene adeguatamente nutrito
Il DAS, inoltre, permette alla madre e al suo bambino di avere un contatto fisico costante durante tutta la durata dell’allattamento e favorire, ancor di più, l’instaurarsi del legame di attaccamento.
Esistono anche tecniche di natura farmacologica, tra cui la pillola anticoncezionale e il domperidone, che non sono stati creati appositamente per stimolare la produzione del latte materno o per simulare, dal punto di vista ormonale, una gravidanza, ma che, se prescritti da medici che ne valutano i rapporti tra rischi e benefici, possono essere utilizzati a tale scopo. Ripeto che si tratta di farmaci e quindi in questa sede non ne approfondisco nessun elemento perché non di mia competenza.
Per concludere, valgono le stesse regole che vengono promosse per tutte le mamme:
- L’OMS parla dell’allattamento al seno come della pietra angolare della sopravvivenza, della nutrizione e dello sviluppo del bambino e della salute materna. L’OMS raccomanda l’allattamento al seno esclusivo almeno fino ai due anni di vita del bambino seguito da allattamento continuato con alimenti complementari appropriati fino ai due anni di vita. Questo però non è sempre possibile, per vari motivi, e quindi
- Non giudicare le mamme che allattano al seno, seppur mamme adottive.
- Non giudicare le mamme che decidono di non allattare al seno il proprio bambino.
Ogni gravidanza, ogni adozione, ogni nascita, è unica.
L’importanza dell’allattamento, anche quando non è naturale, è dato da quella preziosa opportunità di vicinanza fisica che è fonte di comunicazione e di gratificazione per la madre e per il figlio.Entrambi, attraverso il contatto “pelle a pelle” iniziano a conoscersi. Comincia, infatti, con l’allattamento un rapporto intimo e di simbiosi in cui il neonato trae una serie di informazioni sulla sua mamma, mentre questa ha tutto il tempo per osservare il piccolo a lungo immaginato.
Giuseppe Maiolo
Se vuoi approfondire la tematica ti lascio alcuni link. In questo viene mostrata una ricerca di tesi con pro e contro; in questo articolo potete leggere la testimonianza di una madre adottiva che ha deciso di allattare il proprio bambino al seno; mentre in quest’altro articolo trovate un ulteriore approfondimento.
Se hai domande o vuoi essere supportata in questa scelta puoi sempre chiedere il mio aiuto, sarò felice di poterti accompagnare.
Simona